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venerdì 10 maggio 2013

Il percorso iniziatico del "Labirinto del Fauno"


"Il Labirinto del Fauno" (titolo originale "El laberinto del fauno") scritto e diretto da Guillermo del Torro,  è un film con profondi significati che racconta la storia di una ragazzina (Ofelia) in fuga dalla crudeltà del franchismo spagnolo. Sia la storia in se che l'ambientazione e le scene sono ricche di simboli archetipi che forniscono diversi livelli di lettura "per chi ha orecchie"
Il percorso iniziatico di illuminazione comincia con un misterioso monumento che rappresenta un fauno privo di un occhio. Ofelia trova l'occhio mancante e lo mette al suo posto. Un fatina volante allora appare ... il percorso può avere inizio... ora ha "occhi per vedere" le verità nascoste. L'importanza dell'occhio come simbolo archetipo è alquanto ovvia e ben descritta dal mito di Horus a cui Toth restituisce l'occhio. Mentre l'occhio destro può essere associato alla percezione maschile e concreta, quello sinistro, femminile, percepisce il mondo spirituale. Restituendo l'occhio alla statua, Ofelia bilancia i due aspetti rendendo possibile l'inizio della trasmutazione. 

Per andare avanti nel suo percorso Ofelia dovrà riuscire ad emanciparsi dal suo patrigno il fascista Capitano Vidal, uomo duro e materialista ossessionato dal tempo e dalle regole materiali. Vidal viene spesso mostrato a regolare e osservare il suo orologio... il tempo (Krono) è la principale limitazione del mondo materiale, da cui Ofelia si dovrà affrancare per procedere verso la trasmutazione spirituale nel suo percorso iniziatico.
Ofelia viene dunque guidata da una fata verso un labirinto dove incontra il Fauno (Pan)

Il fauno è rappresentato come il dio greco Pan, archetipo di energia naturale, dall'apparenza diabolica (secondo i nostri stereotipi odierni creati dalla Chiesa per contrastare il culto pagano) ma in realtà una guida positiva lungo il percorso iniziatico di Ofelia. 
Il labirinto è luogo archetipo di iniziazione in tutti culti  e le epoche (incluso quello cristiano come testimoniato dalla presenza di tale simbolo nelle cattedrali). Esso rappresenta il peregrinare dell'uomo verso la ricerca del proprio centro (VITRIOL).

Il primo compito che il Fauno assegna a Ofelia è di riprendere una chiave che è stata presa da un rospo gigante che sta succhiando la vita da un antico albero. L'albero ha la forma di un utero, il suo interno è umido. il ritorno all'utero è un chiaro richiamo al principio femminile e alla rinascita iniziatica.

La seconda missione di Ofelia è di recuperare una daga da un mostruoso uomo pallido. L'uomo pallido siede ad un banchetto da cui Ofelia non dovrà mangiare nulla. Nella casa del mostruoso uomo pallido Ofelia vede una rappresentazione dell'uomo che divora dei bambini, chiaro richiamo a Krono (come il patrigno Vidal). L'uomo pallido vede solo mettendo dei bulbi oculari nelle sue mani , a rappresentare che vede solo ciò che tocca. Ofelia recupera la daga ma non resiste alla tentazione e mangia un frutto (che rappresenta il possesso accumulato dall'uomo pallido) , il mostro si sveglia e mette i bulbi oculari sulle sue mani per catturare Ofelia che fugge. 

Il fauno è furioso con Ofelia per avere ceduto alla tentazione del mondo materiale e mette dunque in dubbio la prosecuzione del suo percorso verso l'immortalità. La lascia pertanto nel freddo del mondo reale dove Ofelia vede tormenti, guerra e tristezza. 

Poco dopo la morte della madre di Ofelia il Fauno riappare e le permette di proseguire il suo cammino iniziatico in cambio della sua totale obbedienza. 

Il compito finale di Ofelia è di portare il suo neonato fratellino nel labirinto durante il plenilunio. Ofelia deve dunque rapire il bambino dal padre Vidal, per farlo droga il patrigno e corre verso il labirinto dove il fauno la attende. 
Il fauno chiede a Ofelia di dargli il bambino cosi che lui possa prendere il suo sangue con la daga, ma Ofelia rifiuta. Il Fauno si arrabbia e le ricorda la promessa di totale obbedienza, ma lei ancora rifiuta. a questo punto il capitano Vidal trova Ofelia e la vede parlare da sola (lui non può vedere il fauno), le strappa il figlio e le spara. 
Il sangue di Ofelia cade nel labirinto, portando così a compimento il compito finale richiesto per l'iniziazione: il sacrificio di se stessi.

Mentre il corpo di Ofelia giace per terra nel sangue, lei è anche in un altro mondo sotterraneo con i suoi veri genitori. La sua iniziazione è avvenuta.
Il luogo sotterraneo dove si trova ha la forma di una Vescica Piscis (archetipo della vulva) ingresso verso un nuovo mondo di rinascita. Vi sono tre colonne su cui siedono il Padre, La Madre e dove dovrà sedere lei (Figlio) per completare la trinità.
Il fauno si congratula con Ofelia dicendole che ha fatto bene a proteggere il fratellino sacrificando la propria vita. Infatti il sacrificio è necessario per la rinascita iniziatica. 
Allora Ofelia è nuovamente mostrata insanguinata per terra, lasciando aperta la domanda se ciò sia reale o frutto dell'immaginazione della ragazzina. 

In conclusione il Labirinto del Fauno descrive il percorso di una ragazzina che non è capace di affrontare le difficoltà del mondo reale e fugge in un mondo magico . Questo mondo però non è solo nella fantasia della ragazzina, come si evince ad esempio dalla mandragola che il fauno da ad Ofelia per curare la madre, che guarisce fino a quando non la trova sotto il letto e le getta via... ricadendo dopo poco nella malattia e morendo. 

Una peculiarità di questo percorso è che la trasmutazione di Ofelia avviene nel buio, nella vulva lunare e non nel sole e nella luceScendendo all'interno del labirinto per poi trovare l'uscita.

G.D.