Storia della Morte dei Tarocchi (Tarocchi Raide-Waite)
Il Matto, avendo lasciato l'albero a cui era appeso, si muove con cautela in un maggese. L'aria è fredda gli alberi spogli. Sa di avere iniziato il suo viaggio spirituale con serietà, ma si sente stranamente vuoto e triste, come se avesse perso qualcosa.
Davanti a se scorge, sorgere con il sole, uno scheletro in armatura nera che cavalca un cavallo bianco. Lo riconosce come la Morte.
Quando questa si ferma dinanzi a lui, egli domanda umilmente:
"Sono morto?"
E lo scheletro risponde
"Si in un certo senso. Tu hai sacrificato il tuo vecchio mondo, il tuo vecchio te stesso. Entrambi sono morti."
Il Matto non riesce a trattenere il pianto
"Perdonami"
dice imbarazzato dalle sue lacrime.
"Non c'è nulla da perdonare."
Risponde la Morte
"La tristezza è naturale e devi affrontare la tua perdita prima di potere accettare qualcosa di nuovo. Mettiti in testa, comunque, che le foglie vecchie devono seccarsi e volare via dai rami dell'albero, lasciandolo spoglio, prima che possano apparire nuove foglie verdi".
Non appena la Morte cavalca via, il Matto vede la verità nelle sue parole. Anche lui si sente come uno scheletro, spoglio di tutto.
Questo, ora comprende, è come ogni grande trasformazione ha inizio, rimuovendo tutto fino all'osso così che qualcosa di nuovo possa crescere.