Per gli antichi Greci l’amore (Eros / ἔρως) aveva 3 volti:
Anteros (Ἀντέρως): rappresenta l'amore corrisposto, la reciprocità, la relazione legittima.
Racconta la leggenda che un giorno Afrodite si lamentò con la Dea Temi del fatto che il piccolo Eros non crescesse,così la saggia Temi le rispose che Eros non sarebbe mai cresciuto finché non avesse avuto l’amore di un fratello. Afrodite si unì ad Ares e generò Anteros e da quel momento i due fratelli crebbero insieme,ma ogni qualvolta Anteros si allontanava da Eros, quest’ultimo ritornava fanciullo. Questo grazioso mito insegna che l’amore (Eros) per crescere ha bisogno di essere corrisposto (Anteros).
Pothos (Πόθος): è invece l'amore per qualcosa/qualcuno di irraggiungibile, perfetto, l'anelito e la spinta continua ed incessante verso ciò che non si raggiunge mai.
Pothos è il volto di una dimensione amorosa, nostalgica, irraggiungibile è quell'amore idealizzato che si esplica nel soffrire e nel cercare l’anima gemella.
Nota che con una 'a/α' al posto della 'o/ό' diventa "pathos/πάθος".
Himeros (Ἵμερος): è la passione del momento, il desiderio sessuale, fisico incontrollabile ed immediato che chiede di essere soddisfatto.
Anteros e Himeros vivono nel presente, mentre Pothos vive nel passato o nel futuro.
La rappresentazione separata di queste 3 dimensioni /personificazioni dell'Eros è una simbologia analogica della natura molteplice dell'amore umano che raramente riesce a manifestarsi contemporaneamente ed unitariamente.
Anteros e Himeros qualora siano assieme non rimangono uniti a lungo e si separano quasi sempre all'arrivo di Pothos.
Chi ci rassicura può non saperci emozionare e chi ci emoziona può non essere rassicurante, ecco perché spesso siamo attratti da persone diverse alla ricerca degli altri aspetti di Eros che ci completino. E' l'antica atavica distinzione tra puttane e spose, tra uomini seri e playboy da svago.
A complicare ulteriormente il tutto la mutevole compresenza di queste tre divinità in ognuno di noi.