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domenica 4 dicembre 2011

SCIENZA DELLA NATURA E STREGONI DI PASSAGGIO

[…] sul piano dell’attualità scientifica, possiamo dire che un mondo (falsamente) competitivo che applichi le regole della finanza d’assalto alla scienza concepita come merce, e proclami incessantemente la realizzazione di “scoperte epocali”, quando in realtà la vera strategia è quella di ostacolare ogni vero cambiamento, è di fatto un mondo che non vuole evolvere per difendere lo status quo.
La patologia reale che opprime larga parte della scienza dei nostri giorni, infatti, è quella dell’estremo conservatorismo ma, per dissimularla e quindi mantenerla in vita, si preferisce raccontare all’opinione pubblica che le nuove scoperte sono continue e stupefacenti.
In due articoli notevoli pubblicati sulla prestigiosa “PLoS Medicine”
(Why Most Pubblished Research Findings are False, “PLoS Medicine”, 2006, consultabile all’indirizzo http://www.plosmedicine.org/article/info%3Adoi%2F10.1371%2Fjournal.pmed.0020124, e Why Current Pubblication Practices may distort Science, “PLos Medicine”, 2008, in rete all’indirizzo http://www.plosmedicine.org/article/related/info%3Adoi%2F10.1371%2Fjournal.pmed.0050201;jsessionid=EDADA815F06A6E105619C812A171AFBE)
lo statistico greco John Ioannidis spiega come la scienza odierna sia preda del cosiddetto “effetto Proteo”, che ne limita moltissimo le capacita di reale innovazione. Il sistema della “revisione tra pari” fa si che i giudici di un certo “pezzo di scienza” siano persone che non solo fanno lo stesso mestiere dell’autore ma siano impegnate esattamente nello stesso tipo di ricerca. Ciò provoca una fortissima autoreferenzialità della (ridotta) comunità di valutatori, che, ferme restando le “basi fondamentali” o, se si preferisce, i “paradigmi” scientifici di base, che non vengono mai seriamente messi in discussione pena l’esclusione immediata dell’eventuale critico dalla comunità degli “scienziati seri”, si innamora via via di risultati che appaiono come i “temi caldi del momento” perché propugnati da qualche gruppo di ricerca particolarmente influente.
Tutti gli articoli che si inseriscono nella corrente del momento, propagandata come “risultato epocale”, vengono accettati con pochi problemi, gli altri vengono ignorati. Ciò provoca un aspetto sempre cangiante dei vari campi (Proteo era una figura mitologica che cambiava continuamente forma) in cui nuove mode e temi si avvicendano a ritmi sempre più serrati ma senza alcun avanzamento reale, in quanto nella stragrande maggioranza dei casi si rivelano delle “false piste” che non riescono a incidere al di fuori del contesto largamente artificiale della sperimentazione di laboratorio.
Questa continua “ricerca della novità” si traduce quindi in un sostanziale stallo della ricerca di base che non viene mai presa di petto.
D’altronde non mettere mai in discussione i fondamenti e di importanza vitale per una tecno-scienza che si limiti agli aspetti tecnologici applicativi della scienza e che dall’accettazione acritica dei fondamenti ricava potenza e prestigio. L’attuale crisi delle ricadute applicative in moltissimi campi (si pensi ad esempio al fatto che dagli anni Ottanta il numero di farmaci realmente innovativi immessi sul mercato è crollato nonostante l’aumento esponenziale delle risorse impiegate nella ricerca) ci fa sperare (necessita fa virtù) in una ripresa seria della vitale critica rigorosa dei fondamenti, abbandonando il falso e frivolo “nuovo a tutti costi”, per la ricerca di una sostanziale rifondazione delle basi conoscitive che necessariamente dovrà essere immaginata come una impresa di lunga durata.
[…] Invitiamo il lettore a notare come la bella scienza generi “novità e apertura”, fornendo agli studiosi piste inusitate e nuovi occhiali per guardare il mondo semplicemente suggerendo dei metodi di analisi che non si impongono sulla conoscenza pregressa rendendola in blocco inutile e obsoleta, ma, al contrario, offrendo una prospettiva nuova (in questo caso dei metodi di analisi statistica dei dati) con cui interpretare e valutare i fatti. Gli autori non si sognano neanche di dire quali siamo i risultati importanti di ogni singolo campo di studi, cosi rispettando il pensiero autonomo dei differenti studiosi, ma propongono una nuova prospettiva con cui guardarli.

Alessandro Giuliani e Carlo Modonesi - Scienza della natura e stregoni di passaggio - Jaka Books - 2011- pp.38-40