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mercoledì 11 gennaio 2012

L'esoterismo e i suoi misteri - Fernando Pessoa

Alla fine il contenuto dei misteri si riassume in insegnamenti riguardo a tre ordini di cose, che si é sempre ritenuto opportuno non rivelare alla totalità degli uomini. Si è sempre pensato che gli insegnamenti impartiti dalle religioni dovessero essere adattati alla mente di coloro che li ricevono e, poiché molti di essi - questa é l’opinione degli iniziati - sono di ordine tale che il popolo in genere non li capirebbe, e capendoli in modo distorto ne sarebbe turbato, si pensò allora di dividere tali insegnamenti in due categorie: essoterici o profani, quelli esposti in modo da poter essere impartiti a tutti; esoterici o occulti, quelli che, essendo più veri o del tutto veri, e opportuno che siano impartiti solo a individui previamente e gradualmente preparati a riceverli. Questo tipo di preparazione si chiamava e si chiama iniziazione. E in tutti i misteri l’iniziazione é a sua volta graduale e organizzata in modo che, se un individuo non è adatto a ricevere gli insegnamenti occulti, il fatto si riveli prima che questi gli vengano impartiti per intero.

Se gli insegnamenti occulti siano verità o soltanto speculazioni astratte, é un altro problema. Se davvero gli ierofanti dell’occulto posseggono una maggiore conoscenza della verità pura rispetto a noi profani — che la cerchiamo, se la cerchiamo, con la lettura, la meditazione o l’intelligenza discorsiva e dialettica —, è cosa che non possiamo sapere. Tutto ciò può essere sinceramente creduto dagli iniziati, ed essere falso. L’occulto può avere le sue allucinazioni e i suoi inganni.
Comunque sia, è certo che gli insegnamenti impartiti nei misteri riguardano tre ordini di cose: la vera natura dell’anima umana, della vita e della morte, il vero modo per entrare in contatto con le forze segrete della natura e manipolarle, e la vera natura di Dio o degli Dei e della creazione del mondo. Si tratta rispettivamente del segreto alchemico, del segreto magico e del segreto mistico. Il primo si chiama alchemico perché gli insegnamenti ad esso relativi sono in genere impartiti tramite i simboli della cosiddetta alchimia, che non è nient’altro, come oggi é ben noto, se non un linguaggio simbolico [...]

Le vie del Misticismo e della Magia sono spesso vie di inganno e di errore. Il Misticismo significa essenzialmente fiducia nell’intuizione; la Magia significa essenzialmente fiducia nel potere. L’intuizione è un’operazione della mente tramite cui i risultati dell’intelligenza vengono ottenuti senza 1’impiego dell’intelligenza. Il potere, inteso come potere magico, é un’operazione della mente tramite cui i risultati di uno sforzo continuo vengono ottenuti senza l’impiego di uno sforzo continuo. Entrambi, però, per quanto sia il tempo che richiedono, sono scorciatoie per la conoscenza.
In un certo senso, sia il Misticismo sia la Magia sono ammissioni di impotenza. Il mistico è un uomo che sente di non avere in sé la forza di pensiero necessaria a raggiungere la verità mediante il pensiero stesso. Chi pratica la Magia è un uomo che sente di non avere in sé la forza di volontà necessaria a raggiungere la verità (o il potere) mediante la forza di volontà stessa. La ragazza indolente, che indovina o che prova a indovinare, é una mistica, nel suo campo superficiale; è troppo pigra per cercare di sapere. La contadina che tenta di conservarsi l’amore del marito con filtri e incantesimi è una maga nei suoi confini ristretti; è troppo ignorante e troppo debole per cercare di raggiungere il suo scopo per incantesimo diretto, per seduzione permanente. In entrambi i casi c’e una fuga.
Ciò non vuol dire - o perlomeno non necessariamente - che i risultati del Misticismo e della Magia siano per forza sbagliati. Vuol dire, invece, che non c’é nessun criterio con cui poter distinguere un risultato sbagliato da uno giusto in una via o nell’altra. Nella Gnosi, dove ci serviamo dell’intelletto, abbiamo almeno il sostegno del ragionamento; possiamo almeno confrontare un “risultato” con un altro, esaminare se non siano in contraddizione, tanto in se stessi, quanto in rapporto reciproco. Possiamo non ragionare bene, ma ragioniamo. Se sbagliamo, è perché ci siamo ingannati e non perché abbiamo sbagliato in partenza, come nelle altre due vie. E’ come quando si fa male una somma; l’errore non sta nel fare la somma, ma nel farla male; fare la somma è comunque il sistema corretto per ottenere un totale.
Ciò diventerà chiaro se prendiamo a prestito dal Misticismo e dalla Magia esempi elementari, potremmo dire correnti. Un caso semplice di Misticismo é quel tipo diffuso di intuizione che si chiama, nel linguaggio comune “presentimento”.
Una persona ha il presentimento che un certo numero vincerà il primo premio della lotteria.
Qualche volta il presentimento risulta vero, ma tutti sappiamo che, per ogni volta che risulta vero, ce ne sono migliaia in cui risulta falso. Se cosi non fosse, un club di scommesse non sarebbe il grande affare che sempre è. In questo caso, a dire il vero, c’e una strada facile per accertare l’esattezza del presentimento: la lotteria, dopo l’estrazione, lo mostrerà.
Ma come si può provare o confutare il presagire del mistico che dice di aver raggiunto l’unione con Cristo? 
Lui giura di sapere, di sentire... Ma il pazzo che crede di essere Cristo o il re di un certo paese e tanto sicuro di sé quanto il mistico della sua intuizione.
Prendiamo di nuovo un caso semplice di Magia: lo spiritismo. Lo spiritismo è Magia perché è evocazione degli spiriti dei morti a questa vita. Si fa una seduta, si evoca lo spirito del morto X, la voce del medium, il treppiedi o il tavolino annunciano che costui si è manifestato. Come facciamo a saperlo? La comunicazione di cose note solo a uno dei presenti può essere una proiezione della sua mente. La comunicazione di cose note solo al morto e poi verificate può essere la comunicazione di qualche altra forza o spirito. E quando lo spirito ci da notizie della sua attuale dimora, con quale metodo possiamo accertare se queste notizie siano vere o false? Non dico che tutto quanto emerge in una o più sedute sia falso. Ma nemmeno che sia vero: dico solo che non abbiamo la possibilità di conoscere la fonte dell’informazione cosi ricevuta, e quando l’informazione riguarda altri mondi o cose altrimenti non verificabili nel nostro, non abbiamo la possibilità di conoscerne la fonte  o la veridicità.

Fernando Pessoa