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venerdì 27 aprile 2012

Tra le Rovine (J. Evola)


“ Una civiltà dominata dal pregiudizio positivistico offre il campo più propizio per un’azione che parta da quella che abbiamo chiamato la “terza dimensione” [la dimensione occulta della storia, Ndr]. In gran parte, tale è appunto il caso della civiltà moderna. Essa è una civiltà resa miope e inerme per via del pregiudizio positivistico, razionalistico e scientista. Si è ancora lungi dal saper strappare la maschera a molte idee che continuano a fare da base alla mentalità e all’istruzione moderna. ”
"Noi oggi ci troviamo in mezzo ad un mondo di rovine. E il problema da porsi è: esistono ancora uomini in piedi in mezzo a queste rovine? E che cosa debbono, che cosa possono, essi ancora fare?" 
 “Oggi abbiamo bisogno di uomini che abbiano un concetto puro ed effettivo della 'spiritualità'; che la stacchino da tutto ciò che è dominio di sentimento, di evasione mistica e di pregiudizio "umano"- che non la riducano ad una piccola cosa del cervello, del cuore, se non persino dei sensi, ma che la realizzino come uno stato, come una presenza che si esprime in forme concrete e superiori di azione e di visione, non escludendo con questo tutti gli altri elementi non-spirituali della vita umana, individuale ed associata, ma dirigendoli animandoli ed organizzandoli da questo livello superiore di coscienza.” 
 "Non lasciarsi andare, oggi è alla base. In questa società sbandata si deve essere capaci del lusso di avere carattere. Bisognerebbe esser da tanto che, ancor prima di essere riconosciuti come i difensori di un’ideologia politica, sia visibile una linea di vita, una coerenza interna, uno stile fatto di coraggio intellettuale, in ogni umana relazione".
 Julius Evola in Gli uomini e le rovine. Orientamenti