Il Guènon dà il merito della sua rivelazione al Maestro Saint-Yves d'Alveydre, secondo il quale la complessa figura è un codice cosmogonico della tradizione primordiale, della conoscenza trasmessa dalla Fraternità della luce agli uomini, che qui è sintetizzata: in esso tutti gli elementi vi trovano posto in modo rigorosamente matematico.
L'Archeometra presenta al centro quattro triangoli equilateri intrecciati tra di loro che simboleggiano i quattro elementi : Terra, Aria, Acqua e Fuoco. Agli angoli sono tracciati i segni zodiacali corrispondenti a ciascun elemento, i cui segni sono il domicilio dei sette pianeti della Tradizione (Sole, Luna, Saturno, Giove, Marte, Venere e Mercurio), ognuno situato di fronte al segno zodiacale corrispondente.
Se si fanno ruotare gli assi a croce dei quattro elementi di un quarto di cerchio verso sinistra, si
traccia il cerchio dello zodiaco.
È dal centro che irradia il Verbo: appare come un sole raggiante ovvero una ruota con i raggi, simbolo caro ai maestri comacini e ripetuto nei rosoni delle chiese romane e gotiche.
Nell'Archeometra si individua la stella a sei punte, il Sigillo di Salomone e il senario è il segno della creazione come dice Guènon, che chiama il triangolo con il vertice in alto “del Verbo e della terra del Principio”, e quello con il vertice in basso
“delle Acque Vive delle origini: i due principi opposti rendono possibile il movimento della creazione e, ruotando intorno all'asse centrale configurano il dodecagono dello zodiaco”.

[...] Aggiunge il Guènon che l'Archeometra è uno strumento più che umano della Sintesi delle Organicità e delle Armonicità Universali, riallacciate al Verbo Creatore [...], a cui si può attribuire una antichità di 25.000 o 30.000 anni che ci riporta all'epoca della civiltà degli Atlantidi [...].
Tratto da:
Maria Grazia Lopardi, Architettura Sacra medievale- Mito e geometria degli Archetipi. Edizione Mediterranee. Roma p.91-101