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sabato 9 luglio 2011

MAGIA E TEURGIA



Occorre distinguere tra Magia e Teurgia.
La Teurgia (dal greco theos = dio e ergon = opera) è l’aspetto più elevato, più puro ed anche più sapiente, di ciò che è comunemente detto Magia.
Secondo alcuni la Teurgia rientrerebbe all’interno della ritualità religiosa accettata, e sarebbe comunque rivolta al bene dei più. Questa è però una semplificazione che può portare ad un ulteriore errore, infatti se si guarda la storia del pensiero tradizionale si può notare  come la distinzione tra magico e teurgico  risenta spesso della visione religiosa del periodo storico in cui si colloca. Ciò che per una cultura é accettato e fa parte della tradizione religiosa più comunemente diffusa, viene normalmente considerato come appartenente alla sfera della religione ed accettata) quindi taluni  rituali religiosi, vengono considerati teurgici, mentre viene bollato come magico tutto ciò che è estraneo alla religione accettata.
Secondo Charles Barlet:
«La Magia Cerimoniale è una operazione con la quale l’Uomo cerca di costringere, con il gioco stesso delle Forze Naturali, le Potenze invisibili dei diversi Ordini ad agire secondo ciò che da esse richiede.
A questo scopo, le afferra, le sorprende, per così dire, proiettando (con l’effetto delle “corrispondenze” analogiche che implica l’Unità della Creazione) delle Forze di cui egli stesso non è padrone, ma alle quali può aprire delle vie straordinarie, in seno stesso della Natura.
Donde Pentacoli, sostanze speciali, condizioni rigorose di Tempo e di Luogo che occorre osservare pena i più gravi pericoli.
Poiché, se la direzione ricercata è un pochino imperfetta, l’audace è esposto all’azione delle “Potenze” nei cui confronti non è che un granellino di polvere...»
Secondo la visione esoterica esistono infatti delle entità non facenti parte del mondo fisico, che possono influire sul mondo materiale attraverso quello spirituale.
La Magia mira ad usare queste entità,  tramite riti ed invocazioni per “costringerle” ad agire per un proprio tornaconto. Si distingue inoltre tra Magia Bianca e Magia Nera, a seconda che tali pratiche abbiano finalità positive o negative.
Le pratiche magiche rappresentano l’aspetto di decadenza della tradizione teurgica e della spiritualità volta all’elevazione dell’Io verso il Sé.
La Magia fa parte della “superstizione”, termine che etimologicamente rinvia al concetto di “ciò che rimane” rispetto alla tradizione esoterica e alla teurgia.
La Teurgia pur usando mezzi solo all’apparenza simili alla Magia  (rituali, invocazioni, ecc.) ha come scopo la “richiesta”  dell’intervento comprensivo dello Spirito Divino; in tal senso la preghiera è una forma di teurgia.
La Teurgia essendo “preghiera”, non pretende di esercitare alcuna forma di “costrizione”, limitandosi a “chiedere”.
Mentre la Magia pretende di costringere ad una “eccezione” alla Legge Universale dell’Essere Supremo, la Teurgia invece chiede all’Essere Supremo, e lascia a questo la decisione sulle eventuali conseguenze di un’eccezione alla Legge Universale.
E’ illuminante al riguardo la visione teurgica del mondo nella mistica ebraica e della Cabalà medievale  che si basa sulla convinzione che santificando il mondo, l’uomo giusto collabora nelle decisioni divine sul destino dell’umanità e del mondo

di Gandolfo Dominici