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venerdì 17 giugno 2011

JULIUS EVOLA E LA MASSONERIA







L'ultimo anno della sua vita nel 1974 Julius Evola scrive un articolo intitolato: "Massoneria moderna e l'Inversione di Polarità" in cui dice:
"I giudizi sulla massoneria oscillano fra quelli abbastanza superficiali di chi, riferendosi alla situazione più recente, non vede in essa che una combutta di individualità le quali si appoggiano a vicenda per delle utilità materiali e affatto profane, senza nessuna finalità trascendente, titoli e cerimonie simboliche essendo un mero orpello, e i giudizi di coloro che in essa vedono invece una potenza occulta avente i suoi capi segreti e dei piani ad ampio raggio 
[. . .] anche molti eminenti massoni hanno, a tale riguardo, delle nozioni assai vaghe e approssimative, credendo, in genere, che la massoneria sia sempre stata ciò che oggi si è trovata ad essere; in particolare essi pensano che le origini positive della massoneria risalgano al 1717, anno in cui si costituì la Grande Loggia di Londra.
Le cose stanno in modo alquanto diverso.
La massoneria preesistette a tale data, che non fu la data della sua nascita ma quella di una crisi profonda e di una specie di secolarizzazione e di inversione di polarità subita da una precedente tradizione.Ciò che, in realtà, a partire da quel periodo si organizzo e si diffuse in modo sempre più vasto in Europa, fu la cosiddetta massoneria speculativa, la quale negli stessi ambienti massonici moderni viene distinta dalla massoneria operativa. 
[…] Secondo l’interpretazione più superficiale e profana, la massoneria operativa sarebbe stata quella delle corporazioni di veri massoni, alle quali si aggiunsero in seguito elementi vari: operativa, dunque, perché essi svolgevano una attività materiale reale come costruttori di edifici,forse anche di cattedrali. L’antica massoneria ebbe di certo intime relazioni con tradizioni corporative di tale genere, risalenti al Medioevo e forse anche più oltre.
Ma il fatto é che a queste era anche propria una tradizione interna, basata sulla trasposizione simbolica sul piano spirituale dei concetti, dei principi e dei procedimenti dell'arte del costruire. La costruzione materiale divenne cioè una semplice allegoria per un’opera creativa interna e segreta; il tempio esteriore fu simbolo per quella interna; la pietra grezza da squadrare era la comune individualità umana, da rettificare affinché fosse qualificata per l’opus trasformationis, cioè per un superamento della caducità umana e per l’acquisizione di un sapere e di una libertà superiori, i gradi di tale realizzazione corrispondendo a quelli originari della vera gerarchia della "massoneria operativa" , e non ancora "speculativa" ."
(tratto da Fabio Venzi - "Julius Evola e la libera muratoria. Una verità Scomoda" - ed. Settimo Sigillo, 2010)