Visualizzazioni totali

sabato 7 maggio 2011

EYES WIDE SHUT e la rivelazione iniziatica


Eyes wide shut non è un titolo qualunque. È un ossimoro che riassume in tre parole dalla difficoltosa traduzione (occhi chiusi spalancati? Occhi apertamente chiusi?).
 Eyes: gli occhi. Quelli dei suoi personaggi, i suoi, i nostri, quelli della mente, umana o virtuale che sia.
Lo Sguardo cioè come perno della sua poetica e qualità peculiare, intrinseca della settima arte e di questo film che di tale poetica è una sintesi (im)permeabile.
Lo Sguardo come potere, magia, veicolo.
Wide shut: un aggettivo solitamente a braccetto con l'opposto di chiuso (quindi: open)
Il conflitto, la dicotomia: la retorica kubrickiana confluisce anche in questa opera lagida e incandescente; abbagliante ed oscura; limpida e torbida

Apprantemente è un film criptico, poco comprensibile, almeno a prima vista ... necessita di una chiave di lettura.
Una possibile chiave di lettura è quella iniziatica.
Il film descrive un processo iniziatico che si esplica attraverso la sfera sessuale. 

Tramite questo cammino iniziatico i due protagonisti giungono ad uno stato di coscienza diverso rispetto a quello di partenza rivedendo il loro rapporto con il sesso. Il sesso è il mezzo attraverso il quale i due raggiungono una nuova comprensione della realtà. Dopo le loro avventure sessuali reali o immaginate, Alice e Bill non guarderanno più al partner, e al mondo tutto, allo stesso modo di prima. E’ in questo, in generale, che consiste un processo iniziatico: un prima, in cui il mondo lo si guarda con certi occhi, e un dopo in cui lo sguardo è mutato, radicalmente.
Lo stato di coscienza è cambiato, è avanzato a comprendere una fetta più ampia della realtà. E non si può più tornare indietro. Una volta che scatta  il processo di cambiamento, più o meno incosciamente accettato, i due procedono celermente e parallelamente, ciascuno per sè, verso una più profonda conoscenza di se stessi, del partner e del mondo che li circonda. Da allora in poi le luci e le ombre saranno più nette e l’universo davanti ai loro occhi sarà più complesso, più difficile da gestire, ma decisamente più interessante. Iniziazione. Evoluzione. Avanzamento della coscienza. 

Le ultime frasi fra Alice  e Bill recitano qualcosa di simile a quanto segue:
Bill: “E ora che cosa facciamo?”
Alice:  “ ... Siamo sopravvissuti a tutte queste avventure, sognate o reali”. 
Alice:  “ … Sono sicura che la realtà di una sola notte corrisponde a quella di una intera vita”
Bill “ … Un sogno non è mai solo un sogno”
Alice “ … Siamo svegli e lo resteremo  a lungo”
Bill: “ … Ti volglio bene … Scopami”.
Il senso del film sta in queste battute finali. Sono in effetti queste frasi finali che costituiscono  la chiave.
I due hanno raggiunto un nuovo stato. Si sono “svegliati”. Sono stati iniziati.

Tutto il film è pieno di richiami all'Orfismo e ai culti di Bacco ed Osiride. Gli elementi ci sono tutti: la Crisi, la bambina virginalmente puttana, il labirinto (New York), la prova massima di Eros e Tanathos, la Verità (Iside svelata) ed il ritorno all'apparente normalità. Bill compie un cammino iniziatico dapprima dentro se stesso e poi nel Mistero. L'uso della simbologia dei colori è studiato ed indovinatissimo (il rosso sopra tutto, simbolo dell'unione tra amore e morte). 

Le strade percorse dai due per arrivare ad uno stato di coscienza più alto, passano entrambe dal sesso, ed il sesso è qui il motore dell’evoluzione, del cambiamento. Sono però due strade fondamentalmente diverse, pur avendo in comune molto: in entrambi i percorsi è l’elemento femminile che scatena il processo. La femmina trova in se stessa, nella propria immaginazione, nei propri sogni, la spinta al cambiamento. Il maschio non può fare a meno della femmina per spiccare il salto. La femmina (incarnazione della Dea Atena?) assume innumerevoli forme corrispondenti alle diverse donne, meglio femmine, che si susseguono nel film, e che il maschio incontra:  moglie, moglie oscura, eterna fidanzata asncorata ad un amore impossibile, prostituta, sacerdotessa, ragazzina pervertita ...

L’esperienza sessuale-iniziatica di Alice passa prevalentemente attraverso i sogni, immaginazione e stati di coscienza alterati. Lo stato di coscienza alterato fa emergere il lato nascosto di Alice, che non si può definire esattamente negativo.
Alterazione ottenuta attraverso l’alcool: nelle scene iniziali, alla festa, mezza sbronza viene quasi sedotta da un ungherese.  Durante il corteggiamento dell’ingenua e un po’ spregiudicata Alice da parte del ‘viveur’ Sandor si cita l’Ars Amandi di Ovidio. Alice attraverso la marjuana: sballando racconta delle sue fantasie erotiche extraconiugali con sconosciuti al marito, allibito e confuso; sotto l’effetto di droga e alcool mostra aggressività, sensualità, come una unabaccante

Alice tradisce ancora Bill in sogno, altro stato di coscienza alterato, in modo ancor più sfrenato e con decine di uomini; amplificando il suo lato oscuro, trasformandosi in una puttana desiderosa solo di insultare e deridere il marito, ritenuto evidentemente responsabile in qualche modo di averla repressa, ostacolata fino a quel momento nell’evoluzione e nella presa di coscienza. O quanto meno di non averla aiutata.

Molto più terrena e fisica è invece l’esperienza di Bill. Si potrebbe dire reale. Anche se il film gioca sulla confusione fra reale e sognato, o comunque sulla loro sostanziale equivalenza a realtà, almeno quanto agli effetti prodotti sulla coscienza. 
L’esperienza iniziatica di Bill non  passa attraverso sogni o immaginazione. E’ un viaggio notturno. Un cammino. Nel suo peregrinaggio incontra in una sola notte molte figure femmili che lo seducono, lo stimolano, lo spingono, e che interagiscono con lui cambiando definitivamente il modo che egli ha di guardare alla Donna il lato femminile (la Dea?)
Prima Bill è costreto a subire lo shock della confessione della moglie: era pronta a tradirlo e a darsi al primo marinaio che passava. Mollando marito e figlia. Da mogliettina borghese a ... femmina passionale! L'impatto è traumatizzante.
Poi  incontra l’esatto specchio della moglie in una sua conoscente al capezzale del padre di lei: questa è disposta a darsi a lui senza pensarci, mandando all’aria ogni cosa, matrimonio futuro e pianificato compreso. L’eterna fidanzata dagli amori segreti.
Successivamente viene adescato da una giovane, sensuale e dolcissima prostituta. Si capisce sin dalle prime reazioni di Bill agli approcci della prostituta, che fino a quel momento la possibilità di avere un rapporto mercenario non gli era mai nemmeno passata per l’anticamera del cervello. E anche qui Kubrick ci mostra la prostituzione, o meglio la prostituta, con una angolatura ben lontana dalla morale comune: niente aggressività sessuale, turpiloquio, solo dolce sensualità; sembra che ci sia quasi un inizio di innamoramento fra  i due.  
Infine la giovanissima e un po’ pervertita figlia del venditore di costumi. 
Segue il pezzo forte e sicuramente più enigmatico del film, Bill si avventura mascherato, non invitato, ad una cerimonia orgiastico-occulta per uomini e donne. Tutti mascherati. 
Assiste ad un rito in cui 11 donne bellissime, nude e mascherate interagiscono con un uomo mantellato di rosso: un sacerdote e 11 sacerdotesse. I numeri parlano da soli: una comunione orgiastica, un rito sessuale pagano.
Dopo aver assistito al rito, allibito e curioso, Bill contempla, assieme ad altri mascherati,  gli atti sessuali delle 11 sacerdotesse con astanti vari, donne e uomini. L’orgia segue il rito.

La parola d’ordine con cui Bill riesce ad introdursi nella villa palladiana  è il nome di un’opera musicale d’ispirazione massonica, il ‘Fidelio’ di Beethoven.
Bill viene avvertito: se lo scoprono rischia la vita. Ma lui va avanti, deve vedere. Non può più interrompere il processo iniziatico. Deve arrivare fino in fondo.

La sua estraneità nel rituale orgiastico risulta rapportabile, come il risvolto fi una medaglia, a quella nella vita di tutti i giorni; una vita che possiede una altrettanto incisiva forma di rappresentazione nella festa della prima parte del film a casa di Ziegler.

Il ‘Rex’, vestito di rosso (il colore del ‘Trionfo finale della Luce’ nei Misteri eleusini) batte a terra la sua verga a mo’ di scettro per scandire il tempo nell’ambito di un cerchio sacro di sacerdotesse che s’avviano a propagare il culto malefico agli astanti mediante l'orgia.
Viene a questo punto scoperto e rischia di fare una brutta fine. Una bellissima donna, una delle sacerdotesse, anche se sconosciuta, giunge in suo soccorso, e lo salva, offrendosi al posto suo ai carnefici della strana congrega. La sacerdotessa qui fa la parte della vittima sacrificale, lo salva sostituendosi al lui. 

Da qui in poi per Bill si apre un mondo: le avventure sesso-iniziatiche notturne  lo hanno portato a riconsiderare la realtà che lo circonda. In primis la definizione di Potere. Gli uomini e le donne mascherati, potenti, ricchissimi, che si muovono in limousine, quelli che appartengono alla congrega occulta, si comportano in maniera totalemente aliena rispetto al mondo normal-borghese al quale Bill è abituato. Al di là di quanto lui potesse immaginare.
Il potere viene dipinto come occulto e si manifesta in forme che noi comuni borghesi facciamo fatica ad immaginare. Solo gli iniziati possono avvicinarsi a tale comprensione. Potere, occultismo, sessualità sono inestricabilmente uniti. I potenti usano il sesso per aumentare o mantenere intatto il loro potere.   

E’ il suo “amico” Victor che in un colloquio successivo gli spiega che ciò che ha incontrato quella notte, che ha visto nella villa fuori New York è qualcosa al di là della sua portata, della sua comprensione. Pericoloso. Uomini e donne estremamente potenti, legati in una Confraternita occulta, che non vogliono che si sappia da dove il loro potere scaturisce o in che modo viene mantenuto. Non vogliono che si sappia. Victor è serafico, quasi paterno, lo rassicura sugli avvenimenti, ma si mantiene in un magico equilibrio tra realtà e finzione, tra ambiguità e chiarezza.
Victor cerca di convincerlo che ciò a cui ha assistito in quel castello era solo una sciarada e che nessuno ha ucciso quella ragazza.
È proprio questa fantomatica sciarada il punto di passaggio essenziale nel quale confluiscono i significati profondi del film.

Come non cogliere allora nell'invito delle due maliziose ragazze da cui Bill viene intrattenuto alla festa prima di prestare soccorso nella stanza da bagno: (" ti portiamo dove comincia l'arcobaleno...") un'assonanza con il nome del negozio dove Bill stesso acquisterà la maschera ed il mantello (The Rainbow).
Un rito mascherato descritto con maestria figurativa, una sequenza dal sublime clima liturgico e minaccioso; profonda come un sospiro cavernoso, sovraccarico di riflessi e di assonanze durante il quale finalmente Bill spalanca il suo sguardo per mezzo però di un indispensabile simulacro quale è la maschera; guarda caso uno strumento dotato di fessure sempre aperte al posto degli occhi, come se chi la indossasse fosse costretto a guardare, a spiare nello stesso modo in cui Alex di Arancia meccanica era obbligato a fissare lo schermo durante la cura Ludovico.
Ma è anche una contraffazione del viso, dell'identità, mediante la quale l'interiorità trasfigura l'esteriorità e svela perversioni solitamente dissimulate da un'altra maschera, quella quotidiana, quella di ordinanza.
Si trova infatti di fronte alla manifestazione ritualizzata della duplicità del reale, di un potere nero e maligno da cui rischia di essere anche fisicamente travolto nel momento in cui viene costretto a smascherarsi, trasformandosi da colui che guarda ad occhi sgranati a colui che è guardato in tutta la sua nuda ignoranza da forze occulte.
 È un momento cruciale, perché l'indifeso Bill esperisce palesemente la dinamica della sua esistenza, concentrata nel punto di saturazione di una recita dai caratteri involontariamente rivelatori.
Il pianista Nightingall, vecchio compagno di studi di Bill, è colui che gli fornisce la parola d'ordine per attraversare il confine. Il ruolo di Nightingall è identico: accompagna musicalmente i riti; ma con la differenza che nello splendore dantesco all'interno del castello in cui si tiene quella cerimonia perversa egli indossa una benda ed è l'unico assolutamente individuabile.
"Fridolin vide che Nachtigall aveva una benda sugli occhi, ma allo stesso tempo credette di notare che dietro quella benda i suoi occhi si fissassero penetranti nel grande specchio di fronte nel quale i variopinti cavalieri volteggiavano con le loro ballerine nude." 
da "Doppio sogno", di Arthur Schnitzler
 La citazione è del libro da cui Kubrick ha tratto il film sembra essere interessante per quel riferimento al grande specchio davanti al quale il pianista è seduto e nel quale Fridolin (il nostro Bill) credette che gli occhi dell'amico si fissassero nonostante la benda (eyes wide shut!?) perché rapportandolo al film in generale può essere considerato come lo strumento attraverso il quale gli individui dell'orgia sono il riflesso deformato dei partecipanti alla festa e di cuiNightingall è una sorta di Caronte il cui veicolo è una preziosa chiave d'accesso.

Il legame della coppia  con quel mondo oscuro è indicato dalla maschera di Bill trovata sul cuscino 
Il volto di Bill alla vista dell'oggetto che credeva di aver perduto e della moglie addormentata si tramuta in un'espressione di angoscia; si ferma senza fiato sulla soglia della stanza, la mano con la fede nunziale bene in vista appoggiata sul petto, il viso ombreggiato, è illuminato solo per metà dalla luce delle tapparelle di fronte a lui, fuoricampo. 

Dietro di lui la lucentezza intensa, irradiante che arriva dal soggiorno.
Come in un sogno, l'inquadratura in mezzo primo piano di Bill è una condensazione di segni esplicativi: lo sgomento, la fede, il viso tra luce e ombra.
È il tassello definitivo che svela le loro identità.

Il dottor Bill è soprattuto un dottor Jekyll che ha palpato il Mr. Hyde della realtà, il non-visibile a volte morboso che gli altri incarnano con disinvoltura mentre lui è un bambino sperduto, che ha appena aperto gli occhi senza riuscire a cogliere i colori e le loro sfumature pur percependole. Del resto anche la sua visione ossessiva della moglie che fa sesso con l'ufficiale è rigorosamente in bianco e nero

È l'alba dell'uomo Bill, che ha avuto bisogno proprio di quella maschera come canale verso le trame equivoche del reale. Adesso la vede giacere su quel cuscino accanto ad Alice che dorme alimentando forse fantasie articolate e soddisfacenti (come quel sogno che le ha provocato uno scoppio di risa e da cui nonostante tutto sembrava essere stata appagata). Capricci inevitabili e necessari per chi come lei l'intrigo della vita l'ha scoperto da tempo. Entrambi hanno Eyes wide shut.

Gli occhi di Bill sono stati spalancati ma chiusi, incapaci di vedere. Quelli di Alice sono chiusi, ma pronti a spalancarsi per sublimare i suoi desideri all'interno della coppia, più precisamente della famiglia, un'istituzione che come l'esercito, la società, la religione è capace di funzionare come un meccanismo che decodifica le pulsioni, sessuali in questo caso, per ammortizzarle e ridurle ad un unico sfogo: quello culturalmente corretto tra marito e moglie

Eyes Wide Shut. Occhi spalancati, ma in realtà chiusi, ciechi, che non vedono. Fino a quando con stupore e sofferenza tramite un processo di iniziazione, spinto dall’interno e dall’esterno, si aprono.  E vedono cose che erano sempre state lì, ma che fino a quel momento non erano stati in grado di vedere.

Un film magistrale che si presta, come ogni capolavoro, ad una molteplicità di chiavi di lettura


Nota:
la strana colonna sonora che accompagna la cerimonia nella villa. Per coloro che non ne fossero ancora venuti a capo, si tratta di un canto liturgico rumeno scritto al contrario tanto nella sequenza delle parole che in quella delle frasi. Questo è il testo:
Versione normale
Zisa Domnului catre ucenicii sai...Porunca noua dau voua...Domnului sa ne rugam pentru mila, viata, pacea, sanatatea, mantuirea, cercetarea, lasarea si iertarea pacatelor robilor lui Dumnezeu. Inchinatori, miluitori si binefacatori ai sfantului lacasului acestuia.
Versione invertita:
Auov uad auon acnurop ias iicinecu ertac iulunmod asiz... Aiutseca iulusacal iulutnafs ia irotacafenib is irotiulim irotanihcni. Uezenmud iul rolibor roletacap aeratrei is aerasal aeratecrec aeriutnam aetatanas aecap ataiv alim urtnep magur en as iulunmod. Auov uad auon acnurop ias iicinecu ertac iulunmod asiz...
Traduzione:
Disse il Signore ai suoi apprendisti...Vi do un comando...Pregate il Signore per la misericordia, la vita, la pace, la salute, la salvezza, la ricerca, la dipartita e il perdono dei peccati dei figli di Dio. Quelli che pregano avranno pietà e si prenderanno cura di questo sacro luogo.
Disse il Signore ai suoi apprendisti...
.........

Fonti: