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sabato 7 maggio 2011

L'UNIVERSITA': TEMPIO DEI VALORI E DELLA SPIRITUALITA' LAICA (di Gandolfo Dominici)

Il laico non è a-teo per definizione.
 Molti non lo sanno ma esiste da sempre una spiritualità laica che ha dignità altissima, non inferiore ad altra. Tale spiritualità è stata per molti secoli nascosta, celata da versi "strani" (vedi Dante) e chiusa tra le mura di sette e logge.
Tale occultamento ha fatto si che coloro che bramano di controllare "la conoscenza" per usarla a fini materialiabbiano trovato terreno fertile dietro il velo di tale segretezza, facendo degenerare nel loro opposto quelle organizzazioni nate per preservare diverse antiche dottrine dall'accusa di eresia della chiesa. 
Oggi, ci sarebbero i presupposti per fare uscire allo scoperto questo tipo di spiritualità ma ciò avviene molto timidamente. Ilaici "non atei" sono impauriti  dalla forza mediatica e associativa dei loro oppositori (sia atei che ecclesiastici), non disponendo della necessaria forza associativa e mediatica per sostenere in maniera credibile tali valori nella società.

Per cambiare questo stato di cose bisognerebbe partire dalle Università, da quel mondo accademico che da tali valori e spiritualità fu fondato durante il Rinascimento. 

L’Università (il cui nome non a caso ha la stessa radice di universalità) è la culla del pensiero libero, o almeno nasce con questi presupposti.
L’Università non deve e non può essere (come purtroppo in molti casi è diventata) un luogo della politica, ne tanto meno l’incubatore della religione di stato. L’Università è  un luogo dello spirito inteso come non soltanto elevazione culturale, ma, anche, e soprattutto, dell Conoscenza.
Questa dovrebbe essere lo “spirito” che guida chi ha l’onore e la responsabilità di dirigerla.

La spiritualità laica è radicalmente diversa da quella cattolica romana, che è invece una delle manifestazioni della Tradizione primordiale che ha ottenuto una maggiore diffusione in questo Paese, in questo periodo storico.

La spiritualità laica crea l'Uomo laico, che non ha difficoltà al dialogo con alcuno, senza sentirsi né superiore né inferiore ad altri, senza ritenere le proprie idee, né quelle altrui, inderogabilmente vere o inderogabilmente false per diritto divino, senza scomunicare nessuno, ma rendendosi pronto al confronto, alla conoscenza reciproca, all’arricchimento ed al cambiamento reciproco, che è frutto di intuizione interiore, di elaborazione del dubbio e di eventuale condivisione, non mai di conversione.

L'Uomo Laico è uomo del Dubbio!

Il laico non deve convertire nessuno, come invece spesso pretende di fare il credente per “fede”.

In quanto manifestazione dello spirito, la laicità trascende il mondo materiale e le istituzioni civili. 
Lo stato laico non è e non deve essere dunque uno stato non spirituale (nel senso di favore alla ricerca della Conoscenza) o antireligioso; al contrario, la spiritualità laica che lo permea è tesa verso la Conoscenza di tutte le forme di pensiero spirituale e non può prescindere da questa ricerca.

L’Università degli Studi deve essere il luogo laico dove si forma l’Uomo nella sua integralità materiale e spirituale.

Essa deve comprendere la visione spirituale (laica e dubbiosa) ed integrarla con la scienza empirica. Questi due aspetti, apparentemente in contrasto, in realtà non lo sono. Non di rado le scoperte scientifiche portano a confermare quello che intuitivamente i cultori della spiritualità laica hanno sempre affermato.
La Conoscenza spirituale non è in contraddizione con la scienza, che procede per tentativi e per progressive approssimazioni, proprio nello sforzo di portare avanti le barriere del sensibile.
La scienza galileiana è e deve essere lo strumento per sperimentale la validità dell intuizioni, che come tali sono di natura noetica e metafisica.
Disse Albert Einstein: 
"La mente intuitiva è un dono sacro e la mente razionale è un fedele servo. Noi abbiamo creato una società che onora il servo e ha dimenticato il dono."
Lo sforzo dei fisici teorici di ricondurre ad unità le forze fondamentali: proprio come nell'alchemicareductio ad unum.

E' concetto noto nelle dottrine spirituali laiche che l’Uomo è composto da Spirito e Anima oltre che da Materia. Un Uomo di sola materia è un uomo meno che dimezzato. La vera Conoscenza parte dalla razionalità per elevarsi, con l’intuizione, dal manifestato al non manifestato facendosi parte di un processo di ricerca della Conoscenza, trasmutazione e crescita che rende l'Uomo oggetto di ricerca, e non già mero osservatore.

Il grande Isaac Newton, fu un grande sperimentatore scientifico, ma fu un altrettanto grande alchimista. Il valore dei suoi scritti alchemici  è elevatissimo . Questi scritti di Newton, il cui volume per pagine supera quello dei suoi testi "scientifici", sono stati criminalmente tenuto nascosto per secoli (per presunti motici di "convenienza" sociale e religiosa) e si sono salvati grazie all'interesse di alcuni collezionisti ed eruditi di spiritualità laica come il grande economista John Maynard Keynes.Oggi dopo secoli ci è finalmente concesso di studiare e apprendere l'elevatissimo valore spirituale e conoscitivo di tali scritti.

Le analogie tra la spiritualità laica e la fondazione dell'istituzione universitaria sono palesi a chi conosce anche solo le basi della dottrina spirituale laica.
Come nota Renè Guénon nelle sue “Considerazioni sulla via iniziatica”:
"all’origine dell’Istituto universitario, era presente una divisione in tre gradi (baccelliere, laureato e dottore) tipica della gerarchia delle organizzazioni iniziatiche. Allo stesso modo, le scienze del trivium (grammatica, logica e retorica) e del quadrivium (geometria, aritmetica, astronomia e musica) venivano insegnate in corrispondenza di precisi gradi di “conoscenza”, che nell’ambito di una società immersa nel sacro come era quella medioevale, ben possono ritenersi gradi di “iniziazione”."
 Il valore iniziatico del ternario è noto da sempre in ogni cultura e deriva dalla tradizione indoeuropea, al ternario si rifà anche il famoso motto laico: Libertà Uguaglianza e Fratellanza. Cosi come lo è quello del numero sette, e non è un caso che sette devano essere i componenti della commissione di laurea. Cosi come non è un caso la presenza di simboli della spiritualità laica nei loghi di quasi tutte le università italiane (si veda ad esempio Hermers = Ermete nel logo dell Università di Palermo e Kore protagonista del mito da cui derivano i Misteri Eleusini in quello dell Università di Enna, l'elefante in quello dell'Università di Catania, ecc.).

L’Università nacque  ispirandosi alle scuole iniziatiche di Platone e di Pitagora, che sono fondamento della spiritualità laica. Dice sempre Guénon in “L’esoterismo di Dante” (ed.Adelphi, 2001, pp.21-22), che ad ogni scienza :
“può sovrapporsi una seconda scienza che in apparenza si inserisce allo stesso oggetto ma in realtà la prende in considerazione da un punto di vista più profondo, e che e rispetto alla scienza profana ciò che i significati superiori delle Scrittture sono rispetto al loro significato letterale. Si potrebbe anche dire che le scienze esteriori offrono un modo di esprimere le verità superiori poiché esse stesse sono soltanto simbolo di qualcosa che appartiene ad un altro ordine, poiché, come disse Platone, il sensibile non è altro che che un riflesso dell’intellegibile".
L’esoterista italiano Reghini ci dice che Pitagora vedeva i principi superiori della Conoscenza come qualcosa di unito in cui religione, morale e scienze matematiche non rappresentavano materie separate, e non cessarono mai di essere emanazioni e dipendenze della cosmologia.

Per tornare al vero valore dell’Università dunque occorre superare la frattura tra spirito e materia che dapprima Euclide e poi il la “moderna” scienza occidentale hanno operato, travisando lo stesso insegnamento dei suoi riconosciuti maestri (Newton, Pitagora e finanche Galilei),  rendendo i luoghi della Conoscenza una pallida ombra di ciò che furono, cosi come le scienze della sola materia sono una sbiadita ed incompleta immagine della vera Conoscenza.

Occorre riscoprire il valore  dell’idea profonda di Università degli Studi, luogo di sviluppo dell’idea di spiritualità laica, che tende alla Conoscenza Universale ed alla sua diffusione.
Occorre operare per ri-ottenere la “reductio ad unum”, la ricomposizione della dualità tra spirito e materia per tendere verso il non manifestato,  tramite la riscoperta della spiritualità laica.

La spiritualità laica è l’unica via poiché contrariamente a tutte le forme di spiritualità confessionale che rischiano di dividere invece che unire, essa  non è limitata dal dogma. La spiritualità laica, a differenza delle forme confessionali, non ha pregiudiziali di verità assoluta, ed è veramente universale. E’ l’unica forma di spiritualità capace di valicare le barriere confessionali senza stabilire gerarchie tra le diverse tradizioni, tutte capaci se non limitate dal dogmatismo, a portare l’Uomo verso la Conoscenza.

Essere laici significa attraversare con la propria spiritualità le culture e le frontiere, dove altri, imprigionati dal dogma, non possono arrivare.

Questo è molto difficile da attuare per chi professa una spiritualità di tipo confessionale, poiché egli parte dalla premessa di essere l’unico ed infallibile depositario della Parola e che di conseguenza i suoi interlocutori sono portatori di una spiritualità falsa o errata che non può condurre all’unico vero Dio, di cui egli pensa che la propria “fede” abbia l’esclusiva.

Le gerarchie ecclesiastiche si fondano su una fede totalizzante, che considerano essere l’unico  “nesso unificatore” in vista della soluzione messianica di ogni problema e di cui si considerano e auto-proclamano uniche rappresentanti e custodi per mandato ricevuto direttamente da Dio.

L’invadenza della spiritualità cristiana sui metodi di formazione della conoscenza è oggi più che mai un problema attuale, il dilagare di adepti di varie sette ed organizzazioni cattoliche all’interno dei nostri atenei, ne è la preoccupante prova.

Occorre oggi più che mai tutelare il valore del libero pensiero nelle sedi di formazione che ad esso dovrebbero essere ispirate come le Università, per cercare di far si che esse tornino ad essere, i luoghi di elezione per il raggiungimento della Conoscenza.

In un mondo semrpe più materiale, in cui tutto è merce anche la poca conoscenza, occorre ritrovare il valore spirituale della vera Conocenza, senza barriere, senza dogmi e senza censura.

Coloro che vi operano e che dirigono l’Istituzione Universitaria dovrebbero essere consci e orgogliosi di questo tipo di alta spiritualità da cui la loro istituzione deriva, come lo erano i loro predecessori alle origini dell’Istituzione e non dovrebbero baciare l’anello a nessuno, ne scendere mai ad alcun compromesso.

Occorre rifondare la via dei Valori e della Spiritualità Laica, ripartendo dalle università. Quelle stesse università che oggi sono oggetto di letali attacchi da parte di coloro (eccelsiastici o sedicenti laici) che mirano al controllo della conoscenza per i loro fini utilitaristici.


Fonti:
-De Lauretis V. – Spiritualità, libertà di pensiero e laicità- CCQC, 2008 , pp.97-113;
-Guénon R. - “L’esoterismo di Dante” – Adelphi – 2001;
-Guènon R. – “Considerazioni suilla via iniziatica”- Casini - 2010
- Manusardi e Grappeggia - Scienza Noetica per Mananger - Maggilo editore - 2010